07 Mar Dalla levatrice all’ostetrica: da sempre accanto alla donna
di Silvia Pedrielli*
In passato il parto era un momento molto delicato, sia per la madre sia per il bambino, perché presentava sempre elevati margini di rischio; frequente era la mortalità infantile e materna sia per la mancanza di strumentazioni adeguate sia per l’assenza di personale competente. La donna, al parto, era semplicemente assistita dalla levatrice. La levatrice, chiamata in questo modo perché, era in grado di «levare» il neonato dal corpo della donna incinta, spesso era una donna anziana, amica della partoriente, che veniva chiamata dalle donne del paese per aiutarla. La levatrice non aveva un titolo di studio; era una donna che aveva imparato l’arte della maieutica, ossia l’arte di “tirar fuori i bimbi” dal grembo materno. Era una tradizione che le figlie delle levatrici fossero esse stesse levatrici.
Nonostante i rischi che comportava a quei tempi, il parto era un evento familiare, intimo. Una sacralità che ormai si è persa nel tempo. La levatrice in qualche modo entrava a far parte della famiglia in quanto non esauriva il suo compito al momento della nascita, ma ricopriva un ruolo importante anche durante la vita del bambino.
Ma oggi esiste ancora la “mammana” o levatrice?
I tempi sono sicuramente cambiati. Oggi quella della levatrice è stata sostituita da una figura più autonoma chiamata ostetrica. Innanzitutto è cambiato il percorso formativo. L’ostetrica è stata riconosciuta come una figura professionale. Tutti pensano che l’ostetrica faccia “solamente nascere i bambini” e che lavori in ospedale.
Fortunatamente le ostetriche fanno tanto altre cose e lavorano in regime di libera professione su tutto il territorio. L’ostetrica non ha come ambiente di lavoro solo la sala parto (nel caso lavori in clinica) ma anche la casa delle donne che assiste (nel parto in casa o dopo il parto per fornire aiuto e assistenza alla donna e al neonato).
- Possiamo trovare ostetriche anche nei consultori pubblici e negli ambulatori privati, dove oltre a essere un costante punto di riferimento per le donne, gravide e non, esegue:
- Pap test: ovvero l’esame che prevede la raccolta di cellule del collo dell’utero al fine di accertare la presenza o meno di alterazioni cellulari che possono portare alla formazione del tumore al collo dell’utero
- Tamponi vaginali: per ricercare la presenza di microorganismi che causano prurito e fastidio nella zona genitale e successivamente la prescrizione di una terapia adeguata per alleviare il fastidio
- visite in gravidanza
- corsi di ginnastica pelvica in gravidanza
- corsi di accompagnamento alla nascita
- sostegno all’allattamento
- la riabilitazione del pavimento pelvico.
Il punto forte dell’ostetrica è, oltre alle conoscenze teoriche e pratiche, la sua capacità empatica e comunicativa necessaria per seguire la donna in momenti “difficili” quali possono essere l’affrontare un travaglio o semplicemente accettare una menopausa. Negli ultimi decenni si sta notando una controtendenza: la necessità di noi ostetriche di riscoprire cosa significa “essere accanto alla donna” durante la gravidanza ed accompagnarla nel delicato cammino della maternità.
*Ostetrica, laureata all’Università di Modena e Reggio Emilia alla Facoltà di Ostetricia. Specializzata nella prevenzione e riabilitazione dei disturbi pelvici in tutte le fasi di vita della donna, conduce corsi e consulenze individuali di ginnastica pelvica sia per le donne in gravidanza che nel post-partum e menopausa.
È insegnante dell’Associazione Italiana Massaggio Infantile, conosciuta come AIMI.