15 Set Non è solo questione di cibo
Tutti sappiamo che seguire una corretta alimentazione e mantenere un peso sano è indispensabile per la nostra salute. Spesso però non riusciamo a realizzare questi buoni propositi nella nostra quotidianità.
Perché?
Uno tra i primi errori che commettiamo è quello di affidarsi a percorsi dimagranti che promettono miracoli, o seguire diete fai da teche portano inevitabilmente all’abbandono di qualsiasi buon proposito in poco tempo. L’immediata conseguenza è di riprendere il peso perso. Le restrizioni portano alla perdita di controllo e la conseguente trasgressione innesca un vortice di senso di colpa, depressione e fallimento che porta a tornare a rifugiarsi nel cibo.
L’abitudine di seguire costantemente diete poco equilibrate ha come conseguenza l’incapacità di riconoscere e rispondere in modo adeguato ai segnali di fame e sazietà inviati dal corpo, e di non imparare a mangiare in modo consapevole.
Un altro errore è quello di darsi obiettivi non realistici sul breve termine: il successo si ottiene con un percorso efficace e duraturo che comprende uno stile di vita sano, un’alimentazione equilibrata e la gestione delle emozioni.
Dunque, non solo percorsi nutrizionali restrittivi a breve termine ma anche aspetti comportamentali, il lavoro, la routine quotidiana e le situazioni di emergenza possono avere su di noi un impatto emotivo e psicologico molto forte che, se non correttamente gestito, genera ansie e preoccupazioni che possono turbare il rapporto con il cibo.
È importante sottolineare che nel corso della pandemia da COVID-19 la paura di infezione, l’isolamento sociale hanno registrato un aumento e peggioramento dei disordini alimentari: l’isolamento prolungato ha limitato la possibilità di praticare attività fisica e ha aumentato il timore di prendere peso, portando ad ulteriori restrizioni dietetiche e ad un’alimentazione incontrollata.
Nello stesso senso, anche la solitudine da smartworking, e il seguente cambio di organizzazione, hanno esercitato un’importante pressione emotiva sulle persone, rendendole più fragili e più annoiate: la ricerca di un appagamento durante una situazione di stress da isolamento può avvenire non solo attraverso il fumo, l’alcol o psicofarmaci ma anche attraverso il cibo.
Ma allora è davvero solo questione di cibo?
Emozioni e stati d’animo, uniti a credenze errate sul cibo e ad abitudini alimentari scorrette, hanno un’innegabile influenza sull’andamento del nostro peso. Diverse situazioni possono portare a ricorrere al cibo per gestire le proprie emozioni. La fame emotiva è una tra le causa di sovrappeso e di obesità, e rappresenta una problematica di natura emozionale che va affrontata con un percorso integrato.
Per questo motivo nasce il progetto di psico-nutrizione: un nuovo approccio integrato tra nutrizione e psicologia che esplora la relazione tra cibo ed emozioni.
La collaborazione tra la nutrizionista Dott.ssa Colombini e la psicologa Dott.ssa Sala nasce dalla condivisione di un obiettivo comune: il benessere della persona.
In particolare, la nutrizionista nel lavoro integrato si occuperà dell’elaborazione di un percorso alimentare mirato alle necessità del paziente e la psicologa, in parallelo, aiuterà a gestire gli aspetti emotivi e gli ostacoli che possono emergere durante il trattamento.
Come è strutturato il progetto?
Il percorso prevede un primo colloquio di un’ora con la Dott.ssa Cecilia Colombini, Biologa Nutrizionista, che attraverso un approccio educativo e comportamentale valuterà in base alle esigenze personali, al fabbisogno alimentare giornaliero, alla gestione dei pasti e alla presenza di eventuali disordini alimentari come impostare il percorso nutrizionale per raggiungere il proprio obiettivo.
A distanza di pochi giorni seguirà l’incontro della durata di 25 minuti con la Dott.ssa Ilaria Sala, Psicologa, in cui si valuteranno gli aspetti emotivi e si imparerà a gestire le difficoltà che ostacolano il raggiungimento dell’obiettivo. L’incontro psicologico darà un contributo importante come supporto motivazionale della persona durante il percorso nutrizionale, per riuscire a mantenere a lungo termine il cambiamento di stile di vita.
Alla fine dei primi incontri la nutrizionista e la psicologa decideranno insieme al paziente con quale cadenza vedersi per i successivi controlli compresi di colloquio nutrizionale e psicologico della durata di mezz’ora ciascuno.
A chi è rivolto il progetto di Psico-Nutrizione?
A tutti, senza limite di età: possono seguire questo percorso bambini, adolescenti, adulti, anziani, donne in gravidanza, allattamento e menopausa.
Nello specifico:
- per chi vive un rapporto difficile con il cibo senza riuscire a portare a termine un percorso nutrizionale;
- per chi, a causa dell’emergenza COVID-19 o a seguito di cambiamenti lavorativi e organizzativi, sta vivendo un periodo intenso in cui non riesce a conciliare una corretta alimentazione con la routine quotidiana;
- per chi intende prevenire un possibile disordine alimentare.
Obiettivi generali del percorso Psico-Nutrizionale
- Strutturare un cambiamento nello stile di vita della persona che sia duraturo nel tempo
- Individuare un peso ragionevole da raggiungere nel caso fosse necessario
- Trovare la giusta motivazione che consenta di intraprendere e portare a termine il percorso
- Lavorare sulle problematiche emotive che possono ostacolare il raggiungimento del proprio obiettivo
- Migliorare l’autostima e la propria immagine corporea
Infine, l’obiettivo principale è quello di portare la persona ad un graduale miglioramento dello stile di vita, sensibilizzando l’importanza di prendersi cura sia dell’aspetto nutrizionale sia emozionale.
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